Gentile Onorevole,
abbiamo appreso che nel NADEF, la Nota di Aggiornamento al documento di Economia e Finanza 2021 del 30 settembre è spuntato nottetempo, quale collegato alla decisione di bilancio, un DDL denominato “Disposizioni per l’Attuazione dell’Autonomia Differenziata di cui all’articolo 116 comma 3 cost”.
DDL che, è bene ribadirlo, non era presente in nessuna delle bozze circolate fino al giorno prima dell’approvazione da parte del Governo e della successiva ratifica di Camera e Senato ma che è magicamente apparso nella versione definitiva, aggiunto non si capisce bene quando e da chi.
Questo DDL spiana la strada politico legislativa a un potenziamento ulteriore di quel federalismo, monco e iniquo, che tanti danni ha provocato e continua a provocare al Meridione.
Un federalismo che, per la Carta Costituzionale, avrebbe dovuto essere cooperativo e che invece è nei fatti competitivo.
Che avrebbe dovuto favorire, nelle intenzioni, lo sviluppo del Mezzogiorno e dell’intero Paese e invece ha fortemente contribuito ad ampliare il divario, già di per sé inaccettabile, tra il nord e il sud dell’Italia.
Che avrebbe dovuto garantire a tutti i cittadini italiani i Lep, i Livelli Essenziali delle Prestazioni che invece, ad oggi, come ben sottolineato dalla relazione del giugno di quest’anno della Corte dei Conti, dopo quasi 21 anni dalla modifica del Titolo Quinto della Costituzione, non solo non sono stati mai resi operativi ma, addirittura, ancora nemmeno definiti.
Che per tale motivo, contro ogni principio di equità sociale, si è utilizzato e si continua a utilizzare per la ripartizione dei fondi agli Enti Intermedi il criterio della Spesa Storica, una sorta di vergognoso “Robin Hood” al contrario che ruba ai poveri per dare ai ricchi.
Che non ha mai attivato appieno il fondo di perequazione, cuore della riforma federalista, che avrebbe dovuto garantire l’equa suddivisione delle risorse nel territorio nazionale.
Che ha devastato il Sistema Sanitario Nazionale contribuendo ad un’inammissibile disuguaglianza nei livelli di assistenza certificando, così, che un diritto sacrosanto, quello alla salute che dovrebbe essere garantito a tutti in egual misura, è oggi in alcuni territori, guarda caso quasi esclusivamente meridionali, una chimera.
Che, come certificato dallo Svimez e dall’Eurispes, ha fatto sì che solo negli ultimi dieci anni oltre 600 miliardi di euro spettanti al Sud siano stati dirottati al Nord.
Che ha creato evidenti e intollerabili storture come, ad esempio, quella subita da anni a Reggio Calabria, una delle città più povere d’Italia che è inverosimilmente anche la più tassata in assoluto.
Non bastasse tutto ciò e nonostante che, proprio durante l’emergenza pandemica si siano appalesati tutti i limiti di un sistema regionalistico inefficiente ed elefantiaco, adesso si vuole proseguire con questa follia federalista addirittura ampliandola! Si vogliono infatti, tramite l’applicazione dell’Autonomia Differenziata, trasferire 23 materie, oggi di competenza concorrente Stato/Regioni, direttamente alla competenza esclusiva delle Regioni. Materie che spaziano dalla sanità alla scuola, dai trasporti all’approvvigionamento delle risorse energetiche, dai rapporti internazionali all’ambiente.
Una sorta di secessione a tutto vantaggio delle regioni più floride e, chiaramente, a danno del Mezzogiorno, mascherata da “autonomia” che, guarda caso, è stata inserita all’interno della Legge di Bilancio così da impedire l’eventuale promozione di un referendum abrogativo dato che, da questo Istituto Giuridico, sono escluse le leggi tributarie e di bilancio.
Ci chiediamo quindi come sia possibile che i rappresentanti regionali, la deputazione calabrese e tutti i colleghi meridionali, coloro che dovrebbero tutelare gli interessi di un territorio già devastato da una crisi atavica e da un sistema truccato che tende a privilegiare le regioni più ricche, non abbiano ancora levato una forte voce unitaria e messo in atto, ognuno per le proprie competenze, tutte le azioni propedeutiche a contrastare questo gravissimo e indecoroso colpo di mano che, se portato a compimento, darà il definitivo colpo di grazia a tutte le speranze per una crescita economica e sociale dell’intero Sud Italia.
Ecco perché, con questa nostra, siamo a richiederle chiarimenti sulla sua posizione riguardo l’Autonomia Differenziata e le azioni che personalmente o di concerto con i suoi colleghi intende attuare, ove sia contrario a questo ulteriore percorso autonomista, per opporsi a tale DDL.
Riteniamo sia indispensabile agire ora, prima che sia troppo tardi, così da scongiurare il pericolo che venga seguito lo stesso iter che nel 2001 pose le basi per la realizzazione dell’attuale pessimo e ingiusto federalismo le cui nefaste conseguenze, in quanto meridionali, siamo costretti, impotenti, a subire.
Distinti saluti
Claudio Aloisio
Presidente Confesercenti Reggio Calabria
Sedi
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