Al via la nuova webapp Welcome Reggio ideata da Confesercenti Reggio Calabria.

Alla Camera di Commercio di Reggio Calabria, con la partecipazione del presidente della Camera Ninni Tramontana, Il Presidente di Confesecenti Reggio Calabria Claudio Aloisio e il Local Manager della produzione Michele Geria, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della webapp WelcomeReggio nata da un’iniziativa di Confesercenti Reggio Calabria e realizzata dall’agenzia A&S Promotion con una duplice finalità: facilitare la fruizione della città e dei servizi che offre a un gruppo di 120 persone che stanno lavorando alla produzione di una serie Tv internazionale e che si fermeranno per sei settimane a Reggio e fornire, al contempo, un’opportunità alle imprese locali di poter attrarre, grazie a sconti e facilitazioni, queste persone nelle proprie attività.

L’applicazione raggruppa suddivise per settore merceologico le aziende reggine che hanno inteso aderire offrendo agevolazioni.

Ogni attività è rappresentata con una scheda contenente delle brevi informazioni, i contatti e la geolocalizzazione rendendo così semplice e immediato poter contattarla e arrivarci.

Inoltre la web app ha una sezione con i più importanti punti d’interesse del territorio metropolitano: castelli, borghi, musei, siti archeologici, bellezze naturalistiche, anch’essi chiaramente geolocalizzati, e un’altra con gli eventi presenti in città che sarà aggiornata in tempo reale.

Un’idea che parte da un’esigenza concreta e contingente ma che, nelle intenzioni del presidente Aloisio, si svilupperà in una webapp destinata ai turisti per facilitare la loro permanenza permettendogli di ottenere facilitazioni, informazioni, e tutto ciò che sarà necessario a rendere il loro soggiorno più semplice e soddisfacente.

Per le attività del territorio, invece, offrirà opportunità concrete di promozione e messa in rete: il primo passo per creare un sistema di accoglienza turistica funzionale e redditizio.

Confesercenti Reggio Calabria vuole essere così sempre insieme alle imprese, non solo rappresentando le loro difficoltà in questa drammatica congiuntura ma anche fornendo concreti e innovativi strumenti di sviluppo.

La webapp è disponibile per ogni azienda che voglia aderire aggiungendosi alle tante già presenti sulla piattaforma.
Per farlo basta contattare Confesercenti Reggio Calabria sulla sua pagina Facebook tramite Messenger, o inviare una mail a inforc@confesercenticalabria.it

Successo della manifestazione “Spegni le luci. Accendi i tuoi diritti”. Le considerazioni del Presidente Aloisio

Giovedì alla manifestazione “Spegni le luci. Accendi i tuoi diritti” siamo stati tanti, tantissimi. Sono stato sommerso da centinaia di foto e video arrivate da Reggio, dalla Ionica, dalla Tirrenica, alcune perfino da Vibo.

Abbiamo realizzato qualcosa di importante: ci siamo uniti con una sola voce per rivendicare i nostri diritti. Per chiedere di non essere abbandonati. Per non essere lasciati soli nell’affrontare una crisi di cui non abbiamo nessuna colpa. Per non doverci caricare sulle spalle il peso economico delle devastanti conseguenze dovute dall’emergenza pandemica. E siamo stati ascoltati: le proposte che abbiamo presentato al Prefetto Mariani sono state portate all’attenzione del Governo durante l’ultimo Consiglio dei Ministri.

Nei giorni in cui abbiamo lavorato con la fantastica squadra che mi ha supportato per preparare la manifestazione, ho avuto modo di ascoltare innumerevoli persone visitando molte attività commerciali e parlando con gli esercenti.

Ho così potuto sentire tante opinioni, giudizi, critiche. Ci stanno tutte, ci mancherebbe. È normale e pacifico che ognuno abbia le proprie idee e convinzioni. Diversi imprenditori, ad esempio, hanno deciso di non aderire alla manifestazione per i motivi più svariati, alcuni assolutamente rispettabili, altri un po’ meno.

Inoltre, ho avuto modo di leggere, soprattutto nei social, commenti e giudizi su come avremmo dovuto protestare, su di me, sulla mia associazione, sui commercianti: “Chiudere le luci per dieci minuti? Che serve?” “Avete voluto il green pass? Ora fallite!” “Confesercenti è serva del sistema” “Aloisio lo fa solo per interesse”.

D’altra parte quando ci si espone, quando si rischia mettendoci la faccia, quando si azzarda su una partecipazione per nulla scontata soprattutto alle nostre latitudini, ci si deve aspettare questo e altro. Io, quantomeno, me lo aspettavo e gli dò il giusto peso, niente di più e niente di meno.

Per tale motivo l’unica cosa che reputo basilare, al di là di qualsiasi altra considerazione, è la partecipazione massiccia di imprenditori, esercenti, artigiani, finanche semplici cittadini che hanno voluto esternare il proprio disagio, le proprie difficoltà riconoscendosi in un’idea, un gesto, un simbolo che aveva come unico obiettivo la salvaguardia degli interessi del nostro territorio. Moltissimi lo hanno capito cogliendo il vero significato di questa protesta. Altri sono rimasti indifferenti. Alcuni hanno, più o meno palesemente, remato contro.

Anche questo è fisiologico, specialmente nella nostra città dove spesso interessi “piccoli” hanno la meglio su quelli comuni.

Rimane però un fatto: abbiamo avviato un percorso. La riuscita di questa manifestazione, infatti, non la considero assolutamente un punto d’arrivo ma d’inizio.

Continueremo a rappresentare gli interessi del tessuto economico commerciale e imprenditoriale del territorio. Andremo per strada, in tutti i centri dell’area metropolitana e incontreremo gli operatori economici per ascoltare e capire. Proseguiremo nel confronto con gli Enti territoriali: Comuni, Città Metropolitana, Regione, rappresentando le istanze del tessuto economico reggino accompagnate da proposte concrete per il sostegno alle imprese.

È solo l’inizio.

 

Claudio Aloisio
Presidente Confesercenti Reggio Calabria

La Piattaforma programmatica per il sostegno delle imprese consegnata al Prefetto

Il momento che stanno vivendo le piccole e piccolissime imprese, soprattutto quelle che operano in territori da sempre svantaggiati, è drammatico. Senza un intervento deciso dell’Esecutivo che non si limiti a misure “spot” ma che tenga in considerazione un impianto strategico definito e di ampio respiro, moltissime aziende rischiano di chiudere nei prossimi mesi per l’impossibilità di sostenere i costi di gestione delle proprie attività a fronte di una contrazione dei consumi che nel 2020 ha generato mancati introiti per oltre 120 miliardi ai quali si devono aggiungere quelli del 2021 che ottimisticamente si possono valutare in almeno altri 40/50 miliardi e quelli dei primi mesi del 2022.

Aziende sane, che sono sempre state sul mercato in maniera competitiva, producendo utili, e che ora potrebbero non riuscire a superare questo tzunami economico che le ha colpite e le ha portate sull’orlo del baratro senza che gli si possa imputare alcuna colpa.

Il combinato disposto della contrazione dei consumi, l’aumento esorbitante dei costi dell’energia e delle materie prime, la ripartenza della macchina tributaria, l’eliminazione della gran parte delle misure di sostegno, l’aggravamento della situazione pandemica e l’ulteriore giro di vite sulle norme per il contenimento della pandemia, hanno creato una sorta di tempesta perfetta dalla quale, a nostro parere, si può uscire solo con il sostegno strutturale dello Stato.

L’alternativa è la desertificazione economica e commerciale di intere comunità con tutte le negative ricadute occupazionali e sociali facilmente immaginabili, soprattutto in territori come il nostro dove, alle difficoltà finanziarie si aggiungono anche quelle ambientali che, da sempre, si sviluppano nutrendosi di difficoltà e bisogno.

In relazione a queste considerazioni abbiamo indetto una pacifica e civile manifestazione che vuole mostrare in maniera tangibile e immediata cosa si sta rischiando: che le luci che oggi si spegneranno solo per dieci minuti, andando avanti così le cose, rischieranno di spegnersi per sempre.

Ecco perché a questa protesta simbolica abbiamo voluto collegare una parte propositiva, la più importante, nella quale le consegniamo una serie di proposte chiare, scaturite dal confronto con gli imprenditori, durante il quale abbiamo ascoltato le loro esigenze cercando soluzioni pratiche e concrete agli enormi problemi che stanno affrontando.

Una protesta e una proposta, quindi, che partono dalla Citta Metropolitana più povera d’Italia per rappresentare i diritti di chi ogni mattina, rischiando del proprio, contribuisce, per quanto possibile alle nostre latitudini, a creare ricchezza e occupazione.

 

Proposte per il sostegno delle imprese colpite dalla crisi economica generata dall’emergenza pandemica.

Rottamazione tributaria:

  • Riportare, a tutte le imprese che nel 2020 e 2021 hanno subito perdite di fatturato, gli importi erariali dovuti sino al 2021 al solo tributo eliminando sanzioni e interessi e dilazionandone il pagamento, prevedendo degli scaglioni in funzione all’importo del debito, fino a un massimo di 180 mesi;
  • Creare un sistema di premialità che preveda una riduzione percentuale degli importi dovuti se il contribuente sceglie di pagare in tempi più brevi rispetto a quanto previsto;
  • Eliminare, o ridurre di almeno il 50%, i tributi locali del 2020 e del 2021 a tutte le imprese che negli stessi anni hanno subito perdite di fatturato o di reddito ristorando gli Enti Locali delle mancate o minori entrate.

Sostegno all’occupazione

  • Sostenere le aziende che non licenziano, che operano in regioni svantaggiate e che nel 2020 e 2021 hanno subito perdite di fatturato, con l’esenzione dei contributi da versare ai propri dipendenti per due anni;
  • Sostenere le aziende che creano nuova occupazione, che operano in regioni svantaggiate e che nel 2020 e 2021 hanno subito perdite di fatturato, con l’esenzione dei contributi per i nuovi assunti, di qualsiasi sesso ed età, della durata di tre anni e la riduzione del 50% per i successivi due;
  • Prorogare la cig legandola alla durata dello stato di emergenza.

Sostegno alle imprese

  • Agevolare l’accesso al credito rafforzando le misure di garanzia che consentano alle aziende di acquisire liquidità con procedure veloci e semplificate;
  • Sospendere per il 2022 la verifica della regolarità contributiva e tributaria per ricevere sostegni dagli Enti Intermedi (regioni, comuni, ecc) e per la partecipazione a bandi di gara pubblici;
  • Prorogare a tutto il 2022 la moratoria su mutui e prestiti;
  • Prorogare a tutto il 2022 la sospensione dei protesti;
  • Prevedere misure di sostegno sugli affitti tramite lo strumento del credito d’imposta per le imprese che operano in regioni svantaggiate e che nel 2020 e 2021 hanno subito perdite di fatturato;
  • Intervenire per calmierare il mercato dell’energia con azioni maggiormente incisive: azzerare le spese per gli oneri di sistema e le accise, ridurre al 10% l’iva per le aziende e ridurre le spese di trasporto e gestione del contatore intervenendo sulla quota energia, legando la durata di tali misure alla normalizzazione dei costi del mercato energetico.

Le Istituzioni aderiscono alla manifestazione “Spegni le luci. Accendi i tuoi diritti”

Anche le Istituzioni hanno voluto aderire alla manifestazione indetta da Confesercenti Reggio Calabria “SPEGNI LE LUCI. ACCENDI I TUOI DIRITTI” che si terrà giovedì 10 alle ore 19:00.

Infatti le luci di Palazzo Alvaro, sede della Città Metropolitana e quelle di Palazzo San Giorgio, sede del Comune si spegneranno insieme a quelle delle attività commerciali della provincia reggina per dieci minuti.

Un’adesione importante che si aggiunge a quelle delle tante associazioni che si sono rese parte attiva all’organizzazione di questa pacifica e simbolica protesta volendo concretamente rappresentare il disagio del tessuto economico e imprenditoriale metropolitano: l’Ascoa, Associazione Provinciale Piccole e Medie Imprese, Confagricoltura Reggio Calabria, Conpait, Confederazione Pasticceri d’Italia, Reggio Impresa, l’Associazione Commercianti e Imprenditori Sidernesi e Kaulon 18, associazione degli imprenditori di Caulonia.

Riteniamo fondamentale questo segnale di vicinanza da parte delle Istituzioni Locali e proprio per tale motivo, per non farlo rimanere un semplice quanto rilevante gesto simbolico ma tradurlo in occasione concreta di confronto rispetto a ciò che Comune e Città Metropolitana potranno mettere in campo per sostenere gli imprenditori reggini, nei giorni immediatamente successivi alla manifestazione chiederemo un incontro con i Sindaci Paolo Brunetti e Carmelo Versace.

Alle 18:00, un’ora prima dello spegnimento delle luci di vetrine e insegne, incontreremo il Prefetto Massimo Mariani al quale consegneremo la piattaforma programmatica contenente le nostre proposte per sostenere le imprese in questo difficile momento.

Rinnoviamo quindi l’appello agli imprenditori dell’area metropolitana di Reggio Calabria: giovedì 10 febbraio alle 19:00 spegnete le luci delle insegne e delle vetrine, fotografate l’esterno della vostra attività e pubblicate la foto nei vostri canali social con l’hashtag #spegnileluciaccendiituoidiritti

SPEGNI LE LUCI. ACCENDI I TUOI DIRITTI – Manifestazione degli imprenditori reggini

La situazione è drammatica. Lo ripetiamo ormai da mesi fino allo sfinimento, consci di rischiare la ripetitività ma convinti, oggi più che mai, che sia questo il nostro ruolo: dar voce a chi si sta caricando sulle proprie stremate spalle gran parte dei costi economici di una crisi senza precedenti.
 
Il tessuto imprenditoriale e commerciale metropolitano e, più in generale, quello del nostro Paese è ormai al collasso, pericolosamente vicino a un punto di non ritorno.
 
L’assoluta maggioranza delle attività commerciali e produttive lamentano cali di fatturato insopportabili già in una situazione di normalità, figurarsi nel nostro territorio dove ben prima della pandemia si era alle prese con una crisi, iniziata nel 2008, dalla quale non si è mai veramente usciti.
 
Non c’è comparto che non sia colpito da questa contrazione della spesa che ha portato nel corso degli ultimi due anni ad una perdita di almeno 200 miliardi di consumi.
 
A questo aggiungiamo la ripartenza, l’unica vista finora in luogo di quella economica tanto sbandierata e attesa, della macchina tributaria quasi che fosse tutto tornato alla normalità e non ci trovassimo ancora nel pieno dell’emergenza pandemica, e un aumento “monstre” dell’energia il cui costo è rincarato in maniera abnorme con una tendenza al rialzo prevista pure nel 2022.
 
Anche il Decreto Sostegni Ter appare da una prima lettura e in attesa dei decreti attuativi inadeguato ma, soprattutto, con una dotazione di risorse insufficiente.
 
Possono mai bastare i 200 milioni del Fondo per il rilancio delle attività economiche di commercio al dettaglio? Chiaramente no. Sono una goccia in mezzo al mare di perdite che il comparto ha subito e anche le altre misure previste, ad esempio quelle per il settore turistico, sono largamente insufficienti.
 
Non possiamo continuare silenti a guardare la disgregazione delle attività economiche dell’area metropolitana.
 
Vogliamo e dobbiamo, invece, essere interpreti del malessere di tantissimi imprenditori che non hanno più certezza del futuro e cercano, con sforzi immensi, di rimanere a galla nel presente.
 
Ecco perché abbiamo intenzione di attuare una protesta simbolica seguita dalla richiesta di un incontro col Prefetto, in quanto massimo rappresentante dello Stato nel territorio, al quale consegneremo un documento contenente una serie di proposte per supportare concretamente le imprese.
 
Chiediamo agli imprenditori e gli esercenti reggini, in un giorno che comunicheremo a breve, di spegnere le luci delle insegne e delle vetrine delle proprie attività per dieci minuti a partire dalle ore 19:00 in punto. Un segno di protesta pacifico che possa far vedere tangibilmente quello che, continuando di questo passo, si sta rischiando: la desertificazione commerciale e produttiva delle nostre città.
 
Un segnale che partirà dalla provincia più povera d’Italia per affermare i diritti di coloro che ogni mattina, rischiando del proprio, contribuiscono a creare ricchezza e occupazione.
 
Al contempo facciamo appello a tutte le associazioni datoriali per organizzare questa protesta in maniera unitaria perché, di questo siamo fermamente convinti, non ci deve essere alcun “cappello” quando si devono rappresentare gli interessi della comunità.
 
Chiederemo quindi già oggi un incontro urgente con i nostri colleghi per stabilire insieme il giorno della protesta e i contenuti della proposta che consegneremo al Prefetto, così da essere coesi facendo fronte unico con l’esclusivo obiettivo di salvaguardare gli interessi degli imprenditori reggini.

Le previsioni sono state confermate: i saldi sono un clamoroso flop

Purtroppo eravamo stati buoni profeti annunciando già a fine dicembre che i risultati sfavorevoli delle vendite natalizie, facevano presagire che anche i saldi avrebbero registrato un trend negativo.
 
A una decina di giorni dall’inizio degli sconti possiamo valutare i primi dati parziali che ci consegnano un quadro a tinte fosche per il commercio metropolitano.
 
La situazione, se possibile, è ulteriormente peggiorata rispetto al periodo festivo con cali di fatturato consistenti e generalizzati che arrivano, per alcune attività, fino al 50% rispetto allo stesso periodo del 2019 il quale, è bene ricordarlo, pur senza il covid era già stato un “annus horribilis” per il tessuto economico provinciale tanto da spingerci, al tempo, a richiedere all’Amministrazione Comunale un tavolo d’emergenza per il commercio e i servizi. E malauguratamente, stante il costante peggioramento della situazione sanitaria, all’orizzonte non si vede alcun margine di miglioramento che possa far sperare in una pur minima ripresa, quantomeno nell’immediato.
 
Nessuno è rimasto immune dall’attuale “contagio” economico. Vanno male i negozi di abbigliamento, di calzature, di borse e accessori, di articoli sportivi, ma non va sicuramente meglio agli altri, dalle gioiellerie, alle profumerie, dagli articoli da regalo a quelli tecnologici passando per i pubblici esercizi: bar, ristoranti, pizzerie, sale ricevimenti.
 
Non c’è settore commerciale che non stia risentendo di questa contrazione dei consumi. Non stanno attraversano un bel momento neanche le aziende produttrici presenti nel nostro territorio, soprattutto nell’ambito agroalimentare, che subiscono anch’esse a cascata gli effetti deleteri di questo preoccupante momento.
 
Finanche il comparto della vendita alimentare al dettaglio, quello che ha di meno subito gli effetti della crisi indotta dalla pandemia e che, anzi, aveva riscontrato crescite consistenti proprio nei peggiori momenti caratterizzati dal lockdown, deve arrendersi a questa brusca frenata della spesa.
 
La verità è che l’Italia, al momento, è in una sorta di “auto lockdown” e la nostra Città Metropolitana non fa eccezione.
 
L’aumento esponenziale dei contagi genera una comprensibile paura e molte persone limitano al minimo indispensabile le uscite e la frequentazione di luoghi dove si potrebbe creare anche il più piccolo degli assembramenti.
 
A questo aggiungiamo le migliaia di cittadini in quarantena perché contagiati o per aver avuto contatti stretti con parenti o amici positivi, la normale ritrosia alla spesa in momenti di crisi, la sospensione, di fatto, dei sostegni governativi, la ripartenza a spron battuto della macchina tributaria e l’aumento esorbitante delle bollette e dei carburanti ed ecco, insieme, tutti gli elementi che hanno creato una “tempesta perfetta”, ancor più violenta dalle nostre latitudini, all’interno della quale con imbarcazioni già abbondantemente danneggiate e rattoppate alla bell’e meglio, le imprese devono tentare di rimanere a galla senza poter seguire alcuna rotta ma stando solo attente a non affondare definitivamente.
 
Sia ben chiaro che l’Esecutivo non può esimersi, sol perché ha lasciato le attività commerciali e produttive aperte, dal prendere atto di una situazione che, per alcuni versi, è ancor più drammatica del periodo di lockdown dove, quantomeno, era stata attivata una “bolla protettiva” che aveva congelato la gran parte delle spese consentendo agli imprenditori di aspettare, con grandi sacrifici ed enormi perdite anche in quel caso, sia chiaro, la fine della prima emergenza.
 
Oggi siamo nel pieno di un’altra emergenza, l’ennesima, e pensare di voler tornare alla normalità senza mettere in campo ulteriori ed incisive misure di sostegno alle imprese, prolungando al contempo quelle esistenti, non solo è irrealistico ma dimostra come la politica continui a non comprendere la gravità di una situazione che, soprattutto nelle zone più disagiate e in difficoltà come la nostra, rischia di deflagrare definitivamente causando danni incalcolabili e irreversibili.

Vendite natalizie negative e per i saldi le premesse non sono rassicuranti.

Finite le festività si possono tirare le prime somme per quanto riguarda le vendite natalizie che purtroppo non sono positive.

Rispetto al 2019 si registrano nell’area metropolitana minori entrate che variano tra il 15% e oltre il 40%. Perdite che si vanno ad aggiungere ai 200 miliardi di consumi in meno tra il 2020 e l’anno appena passato.

Per il 2022 gli auspici continuano ad essere negativi con il previsto aumento esponenziale dei contagi che frenerà ulteriormente l’economia mettendo una seria ipoteca alla buona riuscita della stagione dei saldi.

Il periodo emergenziale, quindi, lungi dall’essere alle spalle non è ancora terminato. Anzi, tutti i numeri ci dicono che la situazione è in netto peggioramento.

In questo contesto ritengo inspiegabile e preoccupante la posizione attuale del Governo che, di fatto, ha rimesso in moto la macchina tributaria con l’invio massivo delle cartelle esattoriali, la richiesta di pagamento delle rateazioni, lo stop della moratoria dei mutui e la probabile sospensione della cig, il tutto accompagnato da proroghe all’ultimo minuto, alcune ridicole come quella sulla rottamazione ter, che ottengono l’unico risultato di creare incertezza e confusione spostando di mese in mese il momento in cui i problemi dovranno una volta per tutte essere affrontati.

Tutto ciò senza contare l’aumento spropositato di gas ed energia elettrica che si riverbererà sui costi di gestione e, a cascata, sui prezzi dei prodotti.

Ad oggi questo atteggiamento dilatorio, a limite della irresponsabilità, sta creando danni incalcolabili al tessuto commerciale e produttivo soprattutto nelle aree più deboli come quelle meridionali, che non hanno le risorse per poter reggere le richieste di un fisco cieco e sordo rispetto alla reale situazione economica che stanno attraversando e che rischiano, a meno di un deciso ma al momento non previsto cambio di rotta, di dover loro malgrado soccombere, vittime di una situazione ormai divenuta insostenibile.

Claudio Aloisio

Bilancio di fine anno: molte ombre e poche luci. E per il 2022 auspici disastrosi

Sarebbe bello poter fare i tradizionali auguri di buona fine e buon principio.

Sarebbe bello e anche giusto perché da un anno nuovo di zecca ci si aspetta sempre un miglioramento, soprattutto dopo l’orribile periodo trascorso.

Purtroppo, però, non me la sento di formulare gli auguri per un buon 2022 perché gli auspici non sono per nulla buoni, anzi, a ben guardare sono disastrosi.

La pandemia continua a imperversare con sempre maggior virulenza e, se i numeri continueranno a salire, ulteriori limitazioni e lockdown a gennaio non saranno una possibilità ma una certezza.

Il tessuto commerciale ed imprenditoriale italiano ma soprattutto meridionale rischia quindi di ricevere un’altra devastante mazzata quando è ancora al tappeto e cerca faticosamente di rialzarsi.

200 miliardi di consumi (ed è probabilmente una stima per difetto) sono scomparsi in poco meno di due anni e non sono certo bastati gli spiccioli dei ristori o le altre misure messe in atto dal Governo per farli magicamente riapparire. Risorse sottratte all’economia reale, soprattutto dalle tasche dei piccoli e piccolissimi imprenditori che continuano a non vedere la luce alla fine di questo lunghissimo tunnel e, in sovrappiù, devono fare i conti con una ripartenza che non è quella in cui tutti speriamo, ma una di cui avrebbero fatto volentieri a meno: quella delle tasse, delle cartelle esattoriali, delle rate dei mutui. A questo si aggiunga il probabile stop della cig che, se confermato, una volta decaduta la norma che al momento li vieta, porterà ad un impressionante numero di licenziamenti nell’arco di qualche mese.

La situazione non è preoccupante, è disperata.

Gli imprenditori vivono nell’incertezza generata da una pletora di norme, rinvii, congelamenti i quali non fanno altro che spostare di mese in mese il momento in cui i problemi si dovranno affrontare ma con buon senso e pragmatismo, non con la leggerezza intollerabile di chi dimostra di non aver compreso qual è la vera situazione economica e sociale aggrappandosi alle percentuali di una crescita che al momento è solo sulla carta e non si riverbera certamente nella vita reale.

Un esempio lampante è la vicenda della Rottamazione Ter. Abbiamo visto tutti come è andata a finire grazie alla scelta scellerata di voler comprimere in cinque mesi le rate di due anni. Prima ancora della maxi rata di fine novembre in cui si richiedeva di pagare in una sola volta tutte le scadenze del 2021, già 800.000 contribuenti su 1.800.000 non erano riusciti a saldare i propri debiti. Probabilmente adesso saranno aumentati di quasi il doppio.

Non sono sicuramente decisioni come queste che servono per rimettere in moto il Sistema Paese. C’è invece un assoluto bisogno di chiarezza: le aziende hanno l’esigenza di poter programmare il loro futuro all’interno di una cornice normativa stabile ma, soprattutto, hanno necessità di supporto, di liquidità e di essere sgravate dal pensiero, dall’incubo, che tutto riprenda come prima dal punto di vista tributario senza che nulla, in realtà, sia ancora tornato alla normalità.

Basta sospensioni, annunci all’ultimo minuto, promesse non mantenute. Abbiamo bisogno di certezze e di misure straordinarie che spostino il peso economico della crisi dalle spalle ormai stremate delle partite iva ridistribuendolo in maniera più equa.

Si metta mano a una vera pace fiscale, si spalmino i debiti erariali delle imprese nell’arco di almeno dieci anni, si eliminino le sanzioni lasciando solo il reale debito tributario e si preveda uno sconto graduale per chi voglia saldare in tempi più brevi, si proroghi la cig, si attuino provvedimenti che incentivino assunzioni, nuova occupazione e mantenimento dei posti di lavoro sgravando, ad esempio, per un certo numero di anni il pagamento dei contributi e si lavori per rendere più semplice l’accesso al credito soprattutto nelle aree disagiate come la nostra.

Solo così, prendendo atto che le piccole e piccolissime imprese, la spina dorsale dell’economia italiana, non sono limoni da spremere ma piante da far germogliare in modo che rinascano frutti nuovi e succosi, si potrà pensare a una concreta e sostenibile ripartenza che trasformi il 2022 nell’anno positivo che tutti speriamo possa essere.

 

Claudio Aloisio
Presidente Confesercenti Reggio Calabria

Obbligo per le aziende di pubblicare l’elenco completo degli aiuti e contributi pubblici ricevuti

La legge 124/2017 prevede l’obbligo per le aziende di pubblicare nel proprio sito internet l’elenco completo e dettagliato degli aiuti e contributi pubblici ricevuti nell’esercizio dell’attività di impresa nel corso dell’anno precedente. In alternativa l’elenco può essere pubblicato nel sito dell’associazione di categoria alla quale si aderisce.

Confesercenti Reggio Calabria mette a disposizione dei propri associati una pagina web per le imprese che abbiano necessità di adempiere all’obbligo di comunicazione previsto dalla normativa.

A questo indirizzo https://www.confesercentirc.it/trasparenza-imprese potrete trovare tutte le spiegazioni dettagliate per verificare se la vostra azienda deve ottemperare a quest’obbligo e il modulo da compilare per adempiere alla pubblicazione ove necessario.

ATTENZIONE: a partire dal 1 gennaio 2020 la norma prevede, a carico di coloro che violano l’obbligo di pubblicazione:

  • la sanzione amministrativa pecuniaria pari all’1% degli importi ricevuti, con un importo minimo di 2.000€;
  • la sanzione accessoria di adempiere all’obbligo di pubblicazione.

Qualora il trasgressore non proceda alla pubblicazione ed al pagamento della sanzione pecuniaria entro novanta giorni dalla contestazione, scatterà la sanzione aggiuntiva che consiste nella restituzione integrale dei contributi e degli aiuti ricevuti.

Parte la campagna social di Confesercenti Reggio Calabria e Federconsumatori Calabria

Anche quest’anno Confesercenti Reggio Calabria e Federconsumatori Calabria rinnovano l’invito ad acquistare nei negozi della propria città. Lo fanno con una campagna social che veicola uno spot in cui si sottolinea la convenienza di fare acquisti nei negozi fisici aiutando al contempo l’economia del proprio territorio.

Di seguito il testo del post e il link per vedere il video.

𝗣𝗲𝗿 𝗡𝗮𝘁𝗮𝗹𝗲 𝗳𝗮𝗰𝗰𝗶𝗮𝗺𝗼𝗰𝗶 𝘂𝗻 𝗿𝗲𝗴𝗮𝗹𝗼!
Aiutiamo il nostro territorio supportando il tessuto commerciale e imprenditoriale reggino e calabrese.
Acquistiamo nei negozi di vicinato, i negozi fisici, quelli che conosciamo da sempre, che garantiscono qualità, convenienza e servizi offrendo al contempo qualcosa che online non si potrà mai comprare: il rapporto umano, il sorriso, la gentilezza.
𝗦𝗼𝘀𝘁𝗲𝗻𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗶 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗶: 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗿𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗻𝗲𝗶 𝗻𝗲𝗴𝗼𝘇𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮̀.

Guarda il video

La posizione di Confesercenti sulla crisi del Comune e della Città Metropolitana di Reggio Calabria

Il teatrino a cui stiamo assistendo negli ultimi giorni, messo in scena dai partiti che si sono avventati a reclamare le spoglie di una giunta azzoppata dalla sospensione del Sindaco Falcomatà, è la plastica rappresentazione delle vecchie, obsolete e, francamente intollerabili, liturgie di una politica che ha completamente perso il contatto con i cittadini e con i problemi di una città allo sbando.
Una maggioranza spaccata che ha messo in piazza tutte le contraddizioni di un governo fino al giorno prima sostenuto ma, evidentemente, mai veramente apprezzato, e un’opposizione silente e inefficace, che non riesce nemmeno a mettere in piedi uno straccio di strategia unitaria per tentare di accreditarsi come alternativa propositiva e credibile.
Ci troviamo ad affrontare una crisi la cui portata potrebbe divenire devastante per la città ma manca un capitano e finanche l’equipaggio capace di governare una nave in balia dei flutti che rischia di finire alla deriva.
Tutto questo avviene nel peggior momento possibile.
I fondi del PNRR potrebbero cambiare il volto e il destino della nostra terra ma per far si che ciò accada si deve programmare, progettare, disegnare il futuro del territorio metropolitano e sfruttare con saggezza e lungimiranza le risorse che arriveranno.
Invece lo spettacolo a cui siamo, nostro malgrado, costretti ad assistere, ci racconta di poltrone da assegnare, equilibri da ritrovare, giunte da azzerare, dimissioni dichiarate e poi ritirate.
Tutti gli ingredienti di una brutta farsa che rischia di trasformarsi in una tragedia interpretata, male peraltro, sulla pelle di una comunità che meriterebbe risposte concrete e invece, per l’ennesima volta, deve prendere atto che i suoi problemi vengono messi in secondo piano, ricacciati in un angolo da logiche spartitorie.
Gli imprenditori, che stanno annaspando in attesa di una ripresa che ancora non si intravede, non possono più aspettare i tempi della politica, soprattutto quando questa non riesce a risolvere i problemi che essa stessa ha creato.
Per tale motivo, come Confesercenti Reggio Calabria, chiediamo con forza che si trovi una soluzione rapida in modo da sbloccare al più presto questa sorta di “congelamento” che, di fatto, ha paralizzato il territorio metropolitano.
Sia chiaro a tutti, però, che se gli interessi della città dovessero venire anteposti a becere e autoreferenziali logiche di potere, noi sicuramente non rimarremo silenti a guardare.

Le congratulazioni della Confesercenti Reggio Calabria per l’elezione di Ninni Tramontana alla guida di Unioncamere Calabria

“L’elezione di Ninni Tramontana ai vertici calabresi di Unioncamere è un’ottima notizia per la nostra regione e per il territorio metropolitano”.
Questa la dichiarazione di Claudio Aloisio Presidente di Confesercenti Reggio Calabria e consigliere di Unioncamere Calabria che prosegue – “il Presidente Tramontana sta guidando l’Ente Camerale reggino con competenza, indiscusse doti manageriali e grande capacità aggregativa. Sono certo che questo nuovo incarico gli permetterà di operare con ancora maggior efficacia nell’interesse dell’intero tessuto produttivo ed imprenditoriale calabrese.
Stiamo attraversando momento di enorme difficoltà e le aziende, oggi più che mai, hanno bisogno di punti di riferimento credibili che possano supportare una ripartenza da tutti auspicata ma per la quale si dovrà lavorare duramente creando, innanzitutto, una concreta sinergia tra tutti gli attori locali che consenta di gestire al meglio le cospicue risorse che stanno arrivando dal PNRR.
Giungano, quindi, da parte di Confesercenti Reggio Calabria – conclude il Presidente Aloisio – i migliori auguri a Ninni Tramontana per il nuovo e importante ruolo ricoperto.

Sacal, da brutta telenovela a tragicomica farsa. Confesercenti Reggio Calabria a difesa dell’Aeroporto dello Stretto

𝗦𝗮𝗰𝗮𝗹: 𝗱𝗮 𝗯𝗿𝘂𝘁𝘁𝗮 𝘁𝗲𝗹𝗲𝗻𝗼𝘃𝗲𝗹𝗮 𝗮 𝘁𝗿𝗮𝗴𝗶𝗰𝗼𝗺𝗶𝗰𝗮 𝗳𝗮𝗿𝘀𝗮.
La vicenda Sacal si arricchisce di nuovi capitoli trasformandosi da brutta telenovela, qual è fino ad oggi stata, in una tragicomica farsa a cui i calabresi ma, sopratutto i reggini, sono costretti ad assistere da ormai troppo tempo, pagando sulla loro pelle inefficienze intollerabili e scelte discutibili.
Ricapitoliamo gli ultimi fatti balzati agli onori della cronaca: il 2 luglio la Sacal indice un’assemblea straordinaria in cui si delibera un aumento di capitale per far fronte alle perdite della Società fino a quel momento a maggioranza pubblica.
I soci pubblici: Comune di Lamezia Terme, Regione Calabria, Provincia di Catanzaro, Camera di Commercio di Catanzaro, Comune di Catanzaro, Confindustria Catanzaro, Provincia di Cosenza, Camera di Commercio di Cosenza, Confindustria Cosenza, Camera di Commercio di Vibo Valentia e CORAP, come si evince dal comunicato della Sacal rilasciato a seguito delle circostanziate dichiarazioni del Presidente della Regione Occhiuto che hanno fatto scoppiare questo ennesimo vergognoso bubbone, non sottoscrivono tutte le quote di rispettiva competenza.
Le suddette quote non sottoscritte vengono quindi acquisite dalla società privata Lamezia Sviluppo (il cui nome lascia già intravedere l’interesse principale di tale società nell’ambito della gestione degli scali calabresi) che così facendo arriva al 51,96% sovvertendo gli assetti societari.
Successivamente alla denuncia del Presidente Occhiuto che dichiara di voler vederci chiaro in questa “strana” vicenda si muove anche l’Enac, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, che invia una durissima nota ai soci pubblici della Sacal in cui parla di «grave violazione» degli accordi siglati e di una privatizzazione avviata surrettiziamente, in contrasto con le disposizioni che regolano la materia.
Oltre a ciò si appresta ad inviare un esposto in Procura e sembrerebbe intenzionato ad avviare il procedimento di revoca della concessione per l’aeroporto di Lamezia Terme.
La giustificazione della Sacal a questa grottesca vicenda è che le determinazioni sono state prese dai Soci Pubblici e che tale operazione rispetta pienamente lo Statuto della società. Quella di Lamezia Sviluppo, invece, è che l’operazione di ricapitalizzazione ha permesso di evitare il fallimento salvaguardando operatività e posti di lavoro.
Peccato però che nessuno, durante le operazioni di sottoscrizione dell’aumento di capitale, ha tenuto in considerazione la volontà della Città Metropolitana di Reggio Calabria di entrare nella compagine societaria con una quota da due milioni di euro. Va da sé che ove la richiesta fosse stata accettata, gli equilibri tra parte pubblica e privata non sarebbero cambiati.
Quindi la domanda sorge spontanea: perché questa scelta? Perché, data la situazione precaria della Società di Gestione ratificata anche dal comunicato di Lamezia Sviluppo, non si è permesso alla Città Metropolitana di Reggio Calabria di acquisire quote societarie? Perché non si è cercato di coinvolgere altri Enti come, ad esempio, la Camera di Commercio reggina che aveva dimostrato interesse all’ipotesi di un eventuale entrata in Sacal?
Ci sarebbero anche altre domande che al momento rimangono senza risposta: perché gli Enti preposti al controllo non hanno agito o l’hanno fatto solo dopo l’operazione? Come ha potuto la parte pubblica presente nella compagine societaria, con la propria inazione, permettere che la maggioranza assoluta finisse nelle mani di un’unica società privata contravvenendo a norme e accordi? E per ultimo, qual è il “misterioso” motivo per il quale il piano industriale della Sacal continua da essere una sorta di “terzo segreto di Fatima” inconoscibile dagli Enti territoriali e dai cittadini?
Da parte nostra, come Confesecenti Reggio Calabria, supporteremo tutte le eventuali azioni che verranno avviate dalla Città Metropolitana e dagli altri Enti Territoriali per la tutela dell’Aeroporto dello Stretto, ostaggio di una Società che si è dimostrata incapace di programmarne lo sviluppo e che, come si è ulteriormente evidenziato in questi ultimi giorni, è stata gestita in maniera quantomeno opaca e, nell’ambito dell’ultimo aumento di capitale, sembrerebbe anche illegale.

Lettera aperta al Presidente della Regione, al Sindaco della Città Metropolitana, ai Consiglieri Regionali e alla Deputazione Calabrese riguardo l’Autonomia Differenziata

Gentile Onorevole,
abbiamo appreso che nel NADEF, la Nota di Aggiornamento al documento di Economia e Finanza 2021 del 30 settembre è spuntato nottetempo, quale collegato alla decisione di bilancio, un DDL denominato “Disposizioni per l’Attuazione dell’Autonomia Differenziata di cui all’articolo 116 comma 3 cost”.
DDL che, è bene ribadirlo, non era presente in nessuna delle bozze circolate fino al giorno prima dell’approvazione da parte del Governo e della successiva ratifica di Camera e Senato ma che è magicamente apparso nella versione definitiva, aggiunto non si capisce bene quando e da chi.
Questo DDL spiana la strada politico legislativa a un potenziamento ulteriore di quel federalismo, monco e iniquo, che tanti danni ha provocato e continua a provocare al Meridione.
Un federalismo che, per la Carta Costituzionale, avrebbe dovuto essere cooperativo e che invece è nei fatti competitivo.
Che avrebbe dovuto favorire, nelle intenzioni, lo sviluppo del Mezzogiorno e dell’intero Paese e invece ha fortemente contribuito ad ampliare il divario, già di per sé inaccettabile, tra il nord e il sud dell’Italia.
Che avrebbe dovuto garantire a tutti i cittadini italiani i Lep, i Livelli Essenziali delle Prestazioni che invece, ad oggi, come ben sottolineato dalla relazione del giugno di quest’anno della Corte dei Conti, dopo quasi 21 anni dalla modifica del Titolo Quinto della Costituzione, non solo non sono stati mai resi operativi ma, addirittura, ancora nemmeno definiti.
Che per tale motivo, contro ogni principio di equità sociale, si è utilizzato e si continua a utilizzare per la ripartizione dei fondi agli Enti Intermedi il criterio della Spesa Storica, una sorta di vergognoso “Robin Hood” al contrario che ruba ai poveri per dare ai ricchi.
Che non ha mai attivato appieno il fondo di perequazione, cuore della riforma federalista, che avrebbe dovuto garantire l’equa suddivisione delle risorse nel territorio nazionale.
Che ha devastato il Sistema Sanitario Nazionale contribuendo ad un’inammissibile disuguaglianza nei livelli di assistenza certificando, così, che un diritto sacrosanto, quello alla salute che dovrebbe essere garantito a tutti in egual misura, è oggi in alcuni territori, guarda caso quasi esclusivamente meridionali, una chimera.
Che, come certificato dallo Svimez e dall’Eurispes, ha fatto sì che solo negli ultimi dieci anni oltre 600 miliardi di euro spettanti al Sud siano stati dirottati al Nord.
Che ha creato evidenti e intollerabili storture come, ad esempio, quella subita da anni a Reggio Calabria, una delle città più povere d’Italia che è inverosimilmente anche la più tassata in assoluto.
Non bastasse tutto ciò e nonostante che, proprio durante l’emergenza pandemica si siano appalesati tutti i limiti di un sistema regionalistico inefficiente ed elefantiaco, adesso si vuole proseguire con questa follia federalista addirittura ampliandola! Si vogliono infatti, tramite l’applicazione dell’Autonomia Differenziata, trasferire 23 materie, oggi di competenza concorrente Stato/Regioni, direttamente alla competenza esclusiva delle Regioni. Materie che spaziano dalla sanità alla scuola, dai trasporti all’approvvigionamento delle risorse energetiche, dai rapporti internazionali all’ambiente.
Una sorta di secessione a tutto vantaggio delle regioni più floride e, chiaramente, a danno del Mezzogiorno, mascherata da “autonomia” che, guarda caso, è stata inserita all’interno della Legge di Bilancio così da impedire l’eventuale promozione di un referendum abrogativo dato che, da questo Istituto Giuridico, sono escluse le leggi tributarie e di bilancio.
Ci chiediamo quindi come sia possibile che i rappresentanti regionali, la deputazione calabrese e tutti i colleghi meridionali, coloro che dovrebbero tutelare gli interessi di un territorio già devastato da una crisi atavica e da un sistema truccato che tende a privilegiare le regioni più ricche, non abbiano ancora levato una forte voce unitaria e messo in atto, ognuno per le proprie competenze, tutte le azioni propedeutiche a contrastare questo gravissimo e indecoroso colpo di mano che, se portato a compimento, darà il definitivo colpo di grazia a tutte le speranze per una crescita economica e sociale dell’intero Sud Italia.
Ecco perché, con questa nostra, siamo a richiederle chiarimenti sulla sua posizione riguardo l’Autonomia Differenziata e le azioni che personalmente o di concerto con i suoi colleghi intende attuare, ove sia contrario a questo ulteriore percorso autonomista, per opporsi a tale DDL.
Riteniamo sia indispensabile agire ora, prima che sia troppo tardi, così da scongiurare il pericolo che venga seguito lo stesso iter che nel 2001 pose le basi per la realizzazione dell’attuale pessimo e ingiusto federalismo le cui nefaste conseguenze, in quanto meridionali, siamo costretti, impotenti, a subire.
Distinti saluti
Claudio Aloisio
Presidente Confesercenti Reggio Calabria

Autonomia differenziata: errare è umano ma perseverare è diabolico

Il federalismo, così come è stato malamente concepito in Italia, nei decenni trascorsi ma anche durante la pandemia ha dimostrato tutte le sue inefficienze e contraddizioni.
Ma evidentemente non è bastata la vergogna della “spesa storica” che, come un Robin Hood al contrario, ruba ai poveri per dare ai ricchi.
Non è bastato che le città maggiormente arretrate, ovviamente meridionali, siano state costrette ad innalzare i tributi conquistando, come la nostra, il triste primato di città più povere e al contempo più tassate d’Italia.
Non è bastato, come certificato dallo Svimez e dall’Eurispes, che negli ultimi dieci anni oltre 600 miliardi di euro spettanti al Sud sono stati dirottati al Nord.
Non è bastato lo scippo del 30% delle risorse del Pnrr destinate al Mezzogiorno che dal 70% sono passate al 40%.
E non è nemmeno bastato assistere al disastro della gestione sanitaria della pandemia dovuto, per la gran parte, all’autonomia che ha consentito alle Regioni, per “merito” del federalismo, appunto, di governare la sanità con i risultati deleteri sotto gli occhi di tutti anche dove si pensava ci fossero servizi d’eccellenza.
Tutto questo non è bastato a instillare un po’ di buon senso in chi ci governa se nel Documento Economico Finanziario del 2021 l’Esecutivo Draghi ha inserito tra i disegni di legge collegati alla Legge di Bilancio 2022-2024, il DDL “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata”.
Ritorna quindi prepotentemente il tema dell’Autonomia Differenziata, una sorta di secessione economica che amplificherebbe ulteriormente il già iniquo sistema che il Meridione deve subire, dando ulteriori vantaggi alle ricche regioni del Nord a scapito, chiaramente, di quelle del Sud, ampliando così l’intollerabile divario che già, di fatto, divide in due la nostra nazione.
E quindi è lecito chiedersi cosa stanno facendo i nostri rappresentanti in Parlamento dato che Camera e Senato hanno ratificato il Def. Gli è sfuggito questo Disegno di Legge? Si sono distratti? Sono d’accordo con l’Autonomia Differenziata?
Dobbiamo e vogliamo sapere. Meritiamo risposte e soprattutto tutele per questa terra meravigliosa che continua ad essere sistematicamente saccheggiata economicamente e socialmente.
Come Confesercenti Reggio Calabria invieremo a tutti i Deputati, Senatori e Consiglieri Regionali calabresi una lettera, che renderemo pubblica, contenente queste e altre domande per capire quale posizione intendano prendere per tutelare una comunità che è ormai giunta al limite dell’umana sopportazione per le ingiustizie e le angherie che continua a subire da uno Stato che, purtroppo, alle nostre latitudini si dimostra sempre più patrigno.

800 mila contribuenti non hanno pagato le rate della rottamazione ter. Le scadenze decise dal Governo non tengono conto della realtà

Su un milione e 800 mila contribuenti che hanno aderito alla rottamazione ter quasi il 50%, 800 mila, non ce l’hanno fatta a pagare le rate che, dopo la sospensione dovuta alla pandemia, sono ripartite da luglio.
Il Governo ha infatti deciso che tutte scadenze del 2020 devono essere saldate in 4 mesi, da luglio a ottobre e quelle del 2021 in uno soltanto, novembre.
Rate che avrebbero dovute essere corrisposte in 2 anni concentrate in soli 5 mesi.
Ed ecco la risposta a questa scelta scellerata, che qualsiasi persona di buon senso avrebbe dovuto prevedere: quasi la metà dei contribuenti non è riuscita a far fronte agli impegni.
Questa è la differenza tra teoria e pratica, tra le belle parole e la realtà fatta di oltre 200 miliardi di consumi persi tra il 2020 e il 2021 per colpa della crisi indotta dal covid.
Soldi sottratti all’economia reale, agli imprenditori che si ritrovano con ristori ridicoli, senza liquidità, nessuna certezza, nel pieno di una pandemia ancora presente e pericolosa.
Se non si mette mano ad una vera pace fiscale, rateizzando in tempi lunghi le scadenze sospese e annullando le sanzioni, il risultato sarà assai peggiore di questo che è solo un assaggio di ciò che ci aspetta.
Centinaia di migliaia di piccole e piccolissime imprese chiuderanno, milioni di lavoratori verranno licenziati e si concretizzerà una vera e propria ecatombe economica e sociale.
Non bastano più le belle parole e gli ordini del giorno approvati in parlamento. Ci vogliono fatti!
Decreti, norme e leggi chiare che risolvano una situazione sempre più precaria che rischia di creare un implosione del sistema economico, soprattutto nel meridione, con tutte le conseguenze immaginabili.

Assemblea Elettiva di Confesercenti Reggio Calabria: Claudio Aloisio rieletto Presidente all’unanimità

Claudio Aloisio è stato rieletto all’unanimità Presidente di Confesercenti Reggio Calabria al termine di un’assemblea partecipata in cui i delegati hanno anche stabilito la composizione della nuova presidenza.

Un evento che, nella sua parte pubblica, ha avuto un parterre d’eccezione che ha animato un’interessante tavola rotonda nella quale si è discusso delle prospettive di sviluppo della Città Metropolitana in relazione alle risorse previste dal PNRR che presto arriveranno in riva allo stretto.

Infrastrutture, con particolare riferimento all’aeroporto e al porto di Gioia Tauro, nuova progettualità, formazione e lavoro, internazionalizzazione, turismo, cultura, necessità di confronto tra le parti sociali. Questi e tanti altri argomenti hanno stimolato e arricchito il dibattito moderato da Raffaele Mortelliti tra il Presidente Claudio Aloisio, il Sindaco Metropolitano Giuseppe Falcomatà, il Portavoce provinciale del Terzo Settore Pasquale Neri, il Direttore del Museo Carmelo Malacrino, il Presidente della Camera di Commercio Ninni Tramontana, la Segretaria Generale della Cisl Rosy Perrone e il Presidente dell’Ordine dei Commercialisti Stefano Poeta.

La tavola rotonda era stata preceduta dagli interventi del direttore di Confesercenti Rogolino e del dottor Paonessa che hanno illustrato i sevizi che Confesercenti Reggio Calabria offre ai propri associati in merito al credito agevolato e alle opportunità offerte dai vari bandi attualmente disponibili per le imprese.

Nel corso della Convention sono stati premiati Benito Lisitano, storico imprenditore cittadino nel settore abbigliamento e Riccardo Sculli, chef del ristorante stellato Gambero Rosso di marina di Gioiosa Ionica con il riconoscimento di Eccellenze Reggine dell’Imprenditoria. Un premio che verrà conferito ogni anno da Confesercenti agli imprenditori che si distingueranno per professionalità, competenza e serietà.

“Ringrazio gli associati di Confesercenti che mi hanno voluto riconfermare la loro fiducia – ha dichiarato il Presidente Aloisio – Sono orgoglioso di poter continuare il percorso intrapreso negli ultimi quattro anni e mezzo che ha l’obiettivo di rendere l’Associazione che ho l’onore di presiedere sempre più rappresentativa e vicina ai reali bisogni degli imprenditori reggini. Ci aspetta un periodo costellato di difficoltà, inutile nascondercelo, ma anche di straordinarie opportunità – conclude Aloisio – sta a noi decidere se viverlo da semplici spettatori o, invece, metterci in gioco per cercare di cambiare veramente le cose e dare al nostro territorio il futuro che si merita e al quale può concretamente ambire.”

L’Assemblea Elettiva Confesercenti Reggio Calabria si terrà lunedì 27 settembre 2021 ore 9:00 all’è Hotel

Lunedì 27 settembre all’è Hotel situato accanto al nuovo Waterfront del Lungomare si terrà l’Assemblea Elettiva di Confesercenti Reggio Calabria.
Nella parte pubblica, aperta a tutti, si illustreranno le convenzioni e i nuovi servizi per il credito agevolato e i bandi che Confesercenti offre ai propri associati.
A seguire una tavola rotonda partecipata da illustri ospiti, ognuno dei quali rappresenta un’importante “pezzo” della società civile reggina, in cui si parlerà di prospettive per lo sviluppo della Città Metropolitana.
Un momento di confronto durante il quale ragioneremo sul prossimo futuro mettendo l’accento sulle grandi opportunità che esso ci riserva ma anche sui grandi rischi che potremmo correre se non riusciremo a gestire efficacemente, con competenza e chiara visione, le risorse straordinarie che arriveranno a breve.
In relazione a questo, dibatteremo anche sulle azioni e le strategie da mettere in atto per trasformare il nostro territorio in ciò che dovrebbe essere, che non è certo ciò che attualmente è.
Di seguito il programma dell’evento:
ore 9:00 – Registrazione delegati
ore 9:15Apertura lavori
Claudio Aloisio – Presidente Confesercenti Reggio Calabria
ore 9:30I servizi di credito agevolato e le convenzioni per gli associati
Francesco Rogolino – Direttore Confesercenti Reggio Calabria
Giuseppe Paonessa – Consulente Confesercenti Reggio Calabria
ore 10:00Tavola Rotonda: Prospettive per il Futuro dell’Area Metropolitana
Giuseppe Falcomatà – Sindaco Metropolitano di Reggio Calabria
Carmelo Malacrino – Direttore Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria
Rosy Perrone – Segretario provinciale della CISL Reggio Calabria e Consigliere Camerale in Rappresentanza dei Sindacati dei lavoratori
Stefano Poeta – Presidente Ordine Commercialisti di Reggio Calabria e Consigliere Camerale in Rappresentanza degli Ordini Professionali
Luciano Squillace – Portavoce Forum del Terzo Settore Calabria
Ninni Tramontana – Presidente Camera di Commercio di Reggio Calabria
Claudio Aloisio – Presidente Confesercenti Reggio Calabria
Modera
Raffaele Mortelliti – Direttore Strill.it
ore 12:30Adempimenti statutari ed elezione Presidente e Organismi

Ripartono riscossione e tributi. Il Presidente Aloisio: a meno di un cambiamento si rischia un bagno di sangue

123 miliardi di spesa in meno nel 2020 e, dato che quest’anno non è certo andato molto meglio, presumibilmente altri 70/80 miliardi nel 2021. Numeri che portano la perdita totale di consumi ad oltre 200 miliardi. Questi sono i dati devastanti dello tsunami economico indotto dal Covid.
Dall’inizio della pandemia, quindi, l’economia reale sta perdendo 12 miliardi al mese.
Una perdita che non è omogenea però. Alcuni settori, infatti, hanno addirittura aumentato il giro d’affari in questo ultimo anno e mezzo. L’alimentare, ad esempio, e l’online, hanno avuto crescite a due cifre.
Ciò significa che il peso di tale decremento grava sulle spalle di una gran parte di aziende che operano soprattutto nell’ambito della somministrazione, degli eventi e della vendita al dettaglio, le quali hanno patito cali di fatturato nell’ordine del 50/60% e anche oltre.
Imprenditori che, pur subendo queste rilevantissime perdite, sono riusciti in qualche modo a rimanere a galla sino ad ora perché, oltre a poter usufruire della cig, hanno operato all’interno di una “bolla” in cui tutto (o per meglio dire quasi tutto) era congelato: tasse, cartelle esattoriali, tributi locali.
Ma anche in questo contesto agevolato molti non sono riusciti a farcela. 350 mila partite iva hanno cessato l’attività nel corso di quest’anno e mezzo. Non hanno potuto far fronte agli affitti, alle bollette, al pagamento dei contributi e sono state costrette a chiudere le proprie aziende che, soprattutto alle nostre latitudini, già soffrivano per una crisi infinita subendo una tassazione altissima ben prima della pandemia.
E sicuramente non sono stati gli spiccioli ricevuti con i ristori a risollevare una situazione drammatica né, tantomeno, i prestiti agevolati che, anzi, le hanno fatte indebitare ulteriormente.
Il tessuto economico italiano e soprattutto meridionale, la cui spina dorsale sono le piccole e piccolissime imprese, si aspettava ben altro. Interventi di buon senso che però non sono arrivati.
Tra tutti una vera pace fiscale che avrebbe permesso alle aziende di sgravarsi dal peso insostenibile dei tributi e delle cartelle esattoriali sospese.
Non un condono, attenzione. Nessuno vuole premiare gli evasori.
Parliamo di coloro che dichiarano ma poi non riescono a far fronte ai debiti contratti con l’Erario anche per colpa di una pressione fiscale insostenibile che da noi, la città più povera e più tassata d’Italia, arriva al 74%.
Una percentuale così alta e fuori da ogni logica da sembrare incredibile se non fosse drammaticamente reale.
Un intervento serio ed efficace, tra gli altri, avrebbe potuto essere quello di attuare una rottamazione dei debiti con lo Stato, destinata alle imprese che hanno subito cali di fatturato, nella quale, fatte salve le tasse da pagare, si tagliassero tutte le sanzioni e si rateizzasse la cifra rimanente a 120 mesi.
In questa maniera si sarebbe data la possibilità alle aziende in difficoltà, per colpe certamente non loro, di poter far fronte ai debiti in modo sostenibile senza, peraltro, che l’amministrazione finanziaria perdesse un euro di quanto gli spettasse.
Invece ci ritroviamo a settembre, nel pieno di una pandemia che, lungi dall’essere finita sta peggiorando, con la ripartenza non dell’economia ma della macchina delle riscossioni.
Chi aveva aderito alla rottamazione, ad esempio, deve pagare in cinque mesi, partendo da luglio scorso fino a novembre, ciò che avrebbe dovuto saldare in due anni: tutte le rate del 2020 e del 2021. Per tantissimi un compito impossibile.
Ripartono, a meno di qualche improbabile intervento dell’ultimo momento, anche l’Agenzia delle Entrate con l’invio di milioni di cartelle esattoriali e le rateazioni con l’Agenzia delle Entrate Riscossione che dovranno essere saldate in una volta per la parte eccedente a dieci rate non pagate.
Centinaia di migliaia di aziende non ce la faranno. Chiuderanno e si uniranno alle altre 350 mila che hanno già dovuto arrendersi mandando così a casa milioni di lavoratori che si aggiungeranno agli oltre 950 mila che hanno già perso l’occupazione dall’inizio della pandemia. La gran parte di queste, inoltre, sono società di persone, non di capitale, quindi i titolari vedranno pignorati tutti i loro beni personali. Intere famiglie finiranno sul lastrico e lo Stato perderà centinaia di miliardi di mancate entrate e ne spenderà altrettanti per il sostegno ai nuovi disoccupati.
Sarà un bagno di sangue che, se non cambierà qualcosa, si compirà nei prossimi mesi nel silenzio assordante di tutti: politica, istituzioni e società civile, ora troppo occupati a schierarsi pro o contro vaccini o green pass.
Si sta purtroppo avverando ciò che avevo paventato ad inizio pandemia: i costi di questa crisi spaventosa alla fine sono stati, di fatto, ribaltati sulle imprese, soprattutto quelle piccole e piccolissime che si sono dimostrate l’anello debole della catena. Lasciate sole, senza tutele e senza alcun paracadute, ad affrontare l’inaffrontabile.
Vittime sacrificali di un sistema ottuso che sarà il solo responsabile delle devastanti rovine economiche e sociali che con le sue scelte produrrà.
Claudio Aloisio
Presidente Confesercenti Reggio Calabria

Gianfranco Laganà eletto all’unanimità Presidente della Fiepet Confesercenti

Nella sala riunioni della sede provinciale di Reggio Calabria si è svolta l’assemblea elettiva Fiepet Confesercenti (Federazione italiana degli esercenti pubblici e turistici) per il rinnovo degli organismi metropolitani.
Una riunione partecipata che è stata aperta dal saluto del Presidente della Camera di Commercio Ninni Tramontana il quale ha voluto complimentarsi con la categoria ricordando l’importante funzione economica e sociale svolta dai pubblici esercizi e sottolineando il ruolo strategico di tali attività nel contribuire ad uno sviluppo sostenibile e sano del territorio.
A seguire l’intervento del Presidente di Confesercenti Reggio Calabria Claudio Aloisio che ha sottolineato l’importanza per le associazioni datoriali di ripartire proprio dalle categorie. “Le Associazioni come Confesercenti – ha dichiarato – non possono prescindere dal contributo delle federazioni che, con il loro sostegno fattivo, ne rendono più efficace l’azione di tutela e supporto a tutte le imprese reggine. Sono convinto – ha proseguito – che i nuovi dirigenti scelti dall’assemblea dopo la votazione per governare la Fiepet i prossimi anni, formeranno una fantastica “squadra” d’indispensabile ausilio per la crescita di tutta la Confederazione”.
Dopo gli adempimenti di rito, coordinati dal direttore della Fiepet Nino Alampi, è stato eletto all’unanimità Presidente della Federazione italiana degli esercenti pubblici e turistici di Reggio Calabria, Gianfranco Laganà, titolare del Vesper.
Il neopresidente Laganà ha voluto ringraziare il Presidente Aloisio per l’impegno profuso da Confesercenti in questi difficili mesi a difesa dei pubblici esercizi, tra i più colpiti da limitazioni e chiusure, e i colleghi per la fiducia accordatagli, impegnandosi ad operare concretamente per lo sviluppo della categoria e del territorio metropolitano, oggi più che mai pesantemente provato dalla crisi economica post pandemica.
Insieme al nuovo Presidente sono stati eletti anche i membri della Presidenza, l’organo di governo della categoria che comunque verrà ampliato nei prossimi mesi con l’inserimento di ulteriori associati. Attualmente ne fanno parte oltre al Presidente e al Direttore, Domenico Bellantonio (Piro Piro), Francesco Caputo (Hostaria dei Campi), Filippo Cogliandro (L’Accademia), Giuseppe Ferranti (Fratelli La Bufala), Kristian Gemelli (Mamas), Roberta Malavenda (Malavenda Cafè), Demetrio Morello (La Bottega dei Sapori), Antonello Riggio (Calypso), Alessandra Stilo (Koma), Giuseppe Verduci (Bodeguita), Angelita Zaminga (Zio Fedele), Fortunato Zappia (Baylik).